Uno degli esordi più interessanti di questa Rotterdam è stato sicuramente quello di Jordi Morató con The Creator of the Jungle. In un bosco vicino al villaggio catalano di Argelaguer, un eccentrico eremita ha dedicato 45 anni della sua vita alla costruzione – tutto a mani nude – delle più incredibili strutture oniriche: case sugli alberi, labirinti e cascate, incredibili paesaggi da giungla. Sembra il set di un film d’avventura nella giungla, in realtà Garrell ha un unico scopo, tenersi occupato.
Chiunque è il benvenuto nella sua giungla, perchè il bosco non appartiene solo a lui. L’eccentrico ma amabile Garrell si fa chiamare “il Tarzan di Argelaguer”. Un giorno un ragazzo del posto, venuto qualche volta a giocare qui, porta con sé una videocamera: per anni, lui e Garrell girano scene come se fossero gli attori di un film di Tarzan, riprendendo anche gli intrusi malvagi che con le loro macchine moderne cercano di scacciare il Re dalla sua Giungla.
Jordi Morató ha completato i propri studi al FUC di Buenos Aires. Autore di diversi cortometraggi documentari, tra cui Camí de terra (2012), ha iniziato la carriera lavorando come cameraman e montatore. Sobre la marxa è il suo debutto. Un film che racconta la stranezza di un uomo, a tratti amabile, Re e protettore della propria Giungla dai nemici che incontrerà nella sua vita. Una giungla in cui sparire, al riparo da tutti. Una città naturale, una sorta di utopia in cui saper vedere, non solo rami e radici ma mondi interi. Fino a quando il suo luogo segreto viene scoperto e violato e lo induce a trasformarsi in una specie di Tarzan, sotto l’occhio attento di un ammiratore che inizia a filmarlo.
Il cinema ancora una volta è lì, a (di)mostrare prima l’utopia e poi la disillusione della violenza. In quanto espressione più pura e sincera della nostra umanità e individualità, il gioco è inevitabilmente collegato alle nostre aspirazioni, ai nostri bisogni e desideri. Il gioco, dice Garrell stesso, tiene lontano dalla violenza. Inutile negare che chi guarderà il film, vorrà diventare come Garrell, nella speranza prima o poi di cambiare prospettiva rispetto al mondo. Ogni volta che lui perde tutto, inizia a ricostruire. Un estremo e sconfinato grido di libertà e pace, un dolcissimo diario di viaggio con Tarzan. “Non smettiamo di giocare perché diventiamo vecchi, diventiamo vecchi perché smettiamo di giocare” (Shaw), questo infondo avrà sempre in mente il nostro piccolo e grande eroe Garrell È questo che sembra avere in mente Garrell.
Erik Negro
