LETTERA AL PRESIDENTE (2013), di Marco Santarelli
Un originalissimo viaggio indietro nel tempo, in un Italia che (c’)è stata. Un piccolo grande film da scoprire, dalla sua prima a Roma fino alla presenza a Rotterdam continua a stupire. E’la Festa della Repubblica dello scorso anno, in attesa dell’apertura delle porte del Quirinale, tre uomini parlano tra loro. Quarantaquattro anni prima, nel 1969, quegli stessi uomini, allora bambini, firmavano una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica.
Erano passati pochi mesi dallo sbarco sulla Luna e i tre amici chiedevano al Presidente un aiuto per andare su Marte. Il film è la traversata dell’immaginario collettivo di un Paese che, uscito dal disastro della seconda guerra mondiale, è irretito dalla sirena del boom economico. Un paese apparentemente niente affatto diverso dall’attuale: speranze, preoccupazioni, sogni, progetti sono uguali. Il desiderio di un lavoro prima di tutto.
Qualcosa però è cambiato. Il viaggio si conclude il 1° dicembre 1969, poco prima dei fatti di Piazza Fontana. Era ancora l’Italia della ricostruzione, del boom economico, della lavatrice e dell’allunaggio, della televisione. Una nazione diversa, più ingenua e piena di speranze, raccontata in maniera nostalgica da un punto di vista assolutamente inedito. Cambiano i presidenti e cambia l’Italia, cambia la gente e cambiano i tempi. Restano i problemi di quei ragazzi che allora volevano Marte, ma non rimane più nulla di quella umana magia. Questo film prova a restituirla, con una dolce sensibilità malinconica. Da vedere.
Erik Negro