27 Ottobre 2019 -

LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA (2019)
di Lorenzo Mattotti

Vale tutto, nella magia narrativa della fiaba. Vale immaginare la Sicilia, come nel 1945 fece in parole e disegni sul Corriere dei Piccoli Dino Buzzati, come una terra di altissime montagne innevate che un tempo squarciavano le nubi sormontando le città sottostanti, ponte naturale fra il mondo degli animali e quello degli uomini che solo nel corso dei secoli si sarebbe eroso. Vale fantasticare su una società parallela di orsi delle montagne, straordinariamente eroici ed emotivi nel loro pacifismo, nel loro coraggio, nel loro affetto, nel loro spirito di sacrificio, nella loro fedeltà e nella loro simbiosi con la natura, che solo le pessime abitudini degli esseri umani potranno intaccare nella loro purezza. Vale sognare un simbolico tentativo di reale e proficua integrazione, un reale crescere insieme, un reale essere d’aiuto l’uno all’altro, e vale poi virare il racconto su un qualcosa di molto più cupo, riflessivo, disilluso, inquietante, in cui il prolungato contatto con gli umani vizi non potrà che far vacillare le virtù degli orsi fino a rompere l’idillio, fino all’amara inquietudine di un fallimento, fino all’obbligatorietà e al dolore della separazione. Vale mettere al centro la forza dell’amore, quello di un padre che si vede tolto e deve recuperare un figlio a costo di muovere pacificamente l’intera popolazione di orsi verso il mondo dei molto meno pacifici umani, a combattere magari a palle di neve contro gli aneliti di morte, contro un esercito armato, organizzato e perfettamente simmetrico nelle sue marce così contrapposte alle scorribande animali, contro il dolore per i compagni perduti, contro i fantasmi, gli orchi, i cacciatori e persino contro il circo, e infine, dopo la sconfitta del perfido Granduca di Sicilia e l’elezione anche fra gli uomini a nuovo e giusto re, contro gli inganni e gli incantesimi che, sibillini e disperati, dovranno andare a risvegliare le più ataviche paure per smascherare quell’inaspettata e contagiosa corruzione emersa nel frattempo come un morbo, a causa dell’esposizione al potere degli umani, anche nella moralità degli orsi.

Così come vale, nell’approcciarsi al testo fiabesco di Buzzati da parte di Lorenzo Mattotti, fumettista e disegnatore di lungo corso (sue le animazioni dell’Eros di Antonioni, Soderbergh e Wong Kar-wai, così come buona parte degli sfondi e dei disegni del Pinocchio di Enzo D’Alò) che giunge a quasi 65 anni all’esordio alla regia di un lungometraggio d’animazione, aggiungere una cornice narrativa e due personaggi profondamente tradizionali e buzzatiani come il cantastorie Gedeone e la giovanissima Almerina che lo accompagna nello spettacolo di strada itinerante per i villaggi, con i quali continuare, attraverso il vecchio orso incontrato in una grotta rifugio del loro peregrinare, quel continuo rapporto diretto con il lettore che era, e anche in questa versione rimane, caratteristica fondamentale de La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Un adattamento in cui vale una stilizzazione minimale e un po’ spigolosa dei personaggi ispirata direttamente dai disegni di Buzzati, quasi astratta nelle simbologie dalle proporzioni esasperate come nei volumi che, sottolineati da una netta linea di ombreggiatura, si stagliano dagli sfondi con un character design orgogliosamente semplificato e antinaturalista, in un’immagine che costantemente crea, fra cieli variopinti, tramonti, fantasmi e sagome che si allungano sulle tenebre, un’atmosfera abbacinante e contrastata nelle scintillanti saturazioni e nei colori vividi delle tavole impressioniste di giorno ed espressioniste di notte. Un adattamento in cui, nella versione italiana che è probabilmente da considerarsi ancor più “originale” di quella francese della co-produzione fondamentale per mezzi e studi, vale che la voce del guitto Antonio Albanese si confronti con quella magnifica e cavernosa di Andrea Camilleri nello scambiarsi pezzi di storia e narrazioni, mentre il re degli orsi Toni Servillo rischierà di cadere come Otello nelle trame del novello Iago Corrado Guzzanti, e anche nella straziante tenerezza della morte di un eroe ci sarà sempre, fino alla fine e oltre la fine, almeno un segreto destinato a non essere svelato.

Presentato a maggio fuori concorso al Festival di Cannes, successivamente in preapertura a Locarno e ora alla Festa del Cinema di Roma in Alice nella Città, già designato Film della Critica dal SNCCI e previsto fra poche settimane, il 7 novembre, per l’uscita in sala, La famosa invasione degli orsi in Sicilia inanella spettacolari eventi e suggestioni sempre tenendo al centro il testo di Buzzati, da sempre fra gli autori più difficili da rappresentare al cinema, e la sua complessità dissimulata nel formato ad altezza bambino. È una storia d’amore e di guerra dall’afflato ambientalista e antibellico che probabilmente piacerebbe molto a Miyazaki, fatta di natura dell’ambiente e di natura umana, di rapporti padre-figlio e di potere terreno, di integrazioni e di inquietudini, di mostri e di fantasmi, di battaglie e di incoronazioni. Una storia di istinti e di sentimenti, di contrapposizioni e di profondissima fantasia, di sopravvivenze e di trasformazioni in supergatti. Una storia di pesci volanti e di serpenti marini, di migrazioni e di ritorni, di gioiose feste e di lacrimati addii. Una storia di valori universali e di afflati sociali avventurosa e dolente, emozionata e creativa, profonda e libera nei suoi ritorni in immagini animate alla tradizione orale della cultura popolare. Una storia di danze e di bacchette magiche, di vicinanza e di contaminazioni, di dialettica e di narrazioni, in cui gli orsi non potranno che rendersi conto di essere troppo onesti e ingenui per la putrescenza del mondo degli umani, in cui la sete di potere è l’unico vero e accecante nemico, e in cui in fondo è pienamente perdonabile anche perdersi, perché l’unica cosa che realmente conta è ritrovarsi. In questa vita o nell’altra. In un teatro o fuori da un balcone, sull’ultimo letto oppure in una grotta dalla quale ripararsi dal freddo più rigido, in un abbraccio o su un mostro marino da uccidere insieme per salvare la città. O forse in una sala cinematografica, in una co-produzione internazionale con la quale portare finalmente su uno schermo un talento, una visione, una speranza produttiva per un’animazione italiana che possa uscire dai confini dell’indipendenza e del basso budget a cui è relegata e volare libera nel cielo, fra le montagne, fra gli orsi di nuovo liberi e puri nella natura di una Sicilia montuosa, fatata e immaginaria.

Marco Romagna

Si comunica che il film LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA” di Lorenzo Mattotti distribuito da BIM Distribuzione è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI.
Motivazione:
“Per la capacità di Mattotti di ispirarsi al testo di Dino Buzzati, tenendo fede all’approccio materico e alla tensione verso il potere immaginifico dell’illustrazione, che da sempre caratterizzano le sue opere. Attraverso la fiaba di Buzzati, Mattotti riflette sul nostro tempo, realizzando un apologo sull’ambiguità umana che si affida a uno stile fortemente inventivo, in cui le linee e i cromatismi netti accedono con naturalezza al doppio fondo che separa mondo reale e accensioni visionarie”.
(uscita 7 novembre 2019)
“La fameuse invasion des ours en Sicile” (2018)
Animation | France
Regista Lorenzo Mattotti
Sceneggiatori Dino Buzzati (novel)
Attori principali N/A
IMDb Rating N/A

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