Fuori Orario – Notte Senza Fine (20-29/12/2019)

SPECIALE 30 anni FUORI ORARIO 1989-2019 #2

 

«Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono». [da La chiave a stella di Primo Levi].
Quando ho iniziato a pensare a questo possibile lungo “omaggio” a Fuori Orario, al suo trentesimo anno di vita, al nuovo meraviglioso e sconfinato programma che da questa notte vede la messa in onda, ho chiesto a chi ci lavora (e a chi ci lavorava) un messaggio, un ricordo, una frase. La prima persona a rispondermi, con molta solerzia, è stata Simona Fina. Questa sua frase/dono, citazione di Levi, mi ha subito sorpreso, emozionato e fatto pensare, perché racchiude un po’ tutto il processo creativo di un programma essenzialmente unico, e miracoloso, come questo. Ciò che avvicina e distanzia gli stessi autori di questo “contenitore anarchico di immagini” che Roberto Turigliatto in un’intervista recente (che potrete leggere su Film.Tv, nel cartaceo appena uscito in edicola) definisce come “atto di critica permanente”. Quello che unì, sia ieri sia oggi, personaggi dall’estrazione e dall’idea di cinema così diverse per creare un qualcosa di così speciale è anzitutto una profonda curiosità verso il mondo e la sua rappresentazione; il senso del lavoro di un gruppo, o meglio di un collettivo, che si stimola a vicenda nella prospettiva del gioco continuo, il più puro e profondo possibile, con lo sguardo. Un atto d’amore nei confronti dell’immagine, e dunque una critica continua che deve per forza tenere conto di come quest’immagine da amare cambi e si ritrovi a essere costantemente altro. Al di là dei migliaia di film trasmessi, del lavoro d’archivio, delle presentazioni fiume, ciò che rimane di questi trent’anni è una pulsione che ancora oggi ci interroga (proprio sull’oggi). Un qualcosa che ci spinge a star svegli la notte, e a guardare (come a guardarsi). Nella (smisurata) fortuna con cui, personalmente, mi son trovato a conoscere e a collaborare con molti di loro è fuor di dubbio che la frase di Simona meglio non potrebbe descrivere la fertilità di quel gruppo che continua a regalare alla televisione italiana ore e ore di splendida flagranza e libertà di sperimentare.

Dalla prossima notte, per sei settimane consecutive, andrà in onda dunque la prima parte di questa programmazione speciale (con quasi cinquanta titoli, molte prime visioni e vari percorsi d’archivio). A partire dalla sua nuova sigla a cura di Roberto Turigliatto e Dario Cece, però, NOTTE SENZA FINE – TRENT’ANNI FUORI ORARIO non sarà un omaggio verso quello che è stato, ma una proposizione verso quello che potrà essere, in un momento in cui gli spazi sono sempre più stretti (anche per quanto riguarda la burocrazia) e i tempi non sono più quelli della terza rete illuminata – che festeggia quarant’anni proprio in questi giorni – di Angelo Guglielmi. Non sono stati anni facili questi ultimi per il programma, nonostante sia riuscito a mostrare ultime opere di autori quali Straub e Yamada e abbia costantemente lavorato sugli archivi d’azienda, anche a causa delle sempre più crescenti difficoltà nell’acquisizione di nuovi film. Ora, grazie anche a Francesco Di Pace, è stato possibile tornare a mostrare opere nuove e riscoperte, completandole con percorsi legati al passato della trasmissione, dialoghi con cineasti, rarità mai più apparse sullo schermo catodico. Un nuovo lungo viaggio, precursore di molti altri, e di nuove esperienze magari anche legate alle piattaforme digitali web con cui usufruire dei contenuti che si slabbrano in queste notti. Un nuovo percorso in cui si ribadisce l’unicità di Fuori Orario attorno all’idea di programmazione, di dialogo tra le immagini e il montaggio, di contaminazioni e riflessi, sostanzialmente “parentesi che si aprono e non si chiudono” come ama spesso ribadire Enrico (ora in pensione, ma sempre legatissimo al programma rimasto fedele alla sua creativa e libera originalità del costruire tutte queste notti). Proprio attorno a questo, il primo scritto che ospitò questo sito (https://www.cinelapsus.com/schegge-della-fine-enrico-ghezzi-erik-negro/); nato da due anni di mail e di conversazioni tra me ed Enrico – anche attorno a Fuori Orario – condensate poi per il centoventesimo anniversario da quella bizzarra invenzione dei Lumière, 2015 (guarda a caso trent’anni dalla prima edizione delLa Magnifica Ossessione). «Un continuo ripensare sulla storia, sulla vita, su tutto quello che succede qui ed ora. Nel pensare al cinema spesso ci si mette in gioco la vita». Ecco perché una notte è (per essenza) senza fine, perché si collega necessariamente all’altra. Le confondiamo e le ampliamo, smarriti nel loro buio, aspettando una nuova accensione che ci possa ancora svegliare; un qualcosa che spesso vorremmo non conoscere, per ri-collocarci all’interno di questo gioco, estraniandoci.

In questi primi due weekend ci sarà spazio per recenti film di grandi autori legati spesso al programma (da Wiseman a Hou Hsiao-Hsien, da Yamada a Garrel), opere che hanno segnato sia a livello linguistico che estetico Fuori Orario (a partire da A Chump at Oxford di Alfred John Goulding e da La Verifica Incerta di Alberto Grifi  con Gianfranco Baruchello), materiali d’archivio di inestimabile valore (una conversazione con Rossellini, l’esordio di Enrico alla regia, il compianto Ciro che torna proprio su Anna di Grifi), e molto altro.

Appuntamento fra due settimane, con il resto del programma e (soprattutto) nuovi contenuti speciali.

[a seguire il palinsesto completo, con locandine RAI, delle prime due settimane di questo lungo programma].

Fuori Orario è un programma ideato da Enrico Ghezzi, realizzato da Stefano Francia Di Celle e Roberto Turigliatto con Fulvio Baglivi Francesco Di Pace Lorenzo Esposito Donatello Fumarola Ciro Giorgini Paolo Luciani Marco Melani e Domenico Tassone, montaggio Dario Cece, produttore esecutivo Sabrina Barletta, a cura di Simona Fina

[negli uffici di via Teulada, da sinistra: Roberto Turigliatto, Domenico Tassone, Stefano Francia di Celle e Dario Cece; foto, e concessione, di Simona Fina]

 

> Venerdì 20 dicembre 2019
EX LIBRIS–THE NEW YORK PUBLIC LIBRARY di Frederick Wiseman [prima visione TV] (USA, 2017)
Titolo doppio per questo ennesimo capolavoro di Fred Wiseman, pluripremiato cineasta americano (tra i vari riconoscimenti sei lauree honoris causa, Leone d’oro e Oscar alla carriera) di cui Fuori Orario ha mostrato quasi tutti film. Mentre racconta, con il suo inconfondibile metodo, la Public Library di New York, la città che ha filmato più di ogni altra, Wiseman ci parla dei libri, la sua più grande passione, e del sapere in essi conservato che rappresenta una fragile ma forse unica ancora di salvezza dalla catastrofe umana.

 

> Sabato 21 dicembre 2019
THE ASSASSIN (Ci ke Nie Yin Niang) di Hou Hsiao-Hsien [prima visione TV] (Taiwan / Hong Kong, 2015)
The Assassin, premio per la migliore regia al Festival di Cannes 2015, è l’unica incursione nel genere wu xia pan e, ad oggi, l’ultimo film di Hou Hsiao-Hsien, il cineasta taiwanese che, tra gli altri, ha segnato a fondo la storia di Fuori Orario. Il difficile compito assegnato alla spadaccina Nie Yinniang, di uccidere il governatore suo cugino cui un tempo fu promessa sposa e poi negata diventa sprofondamento in una geometria di veli e di seta. I combattimenti in volo e i colpi di spada vanno di pari passo a un discorso visivo in cui la rabbia politica e il romanticismo si dipanano attorno all’abisso indecifrabile di visibile e invisibile in un’interpretazione spiazzante del genere.
LOVE AND HONOR (Bushi no ichibum) di Yoji Yamada (Giappone, 2006)
Unico film di genere del gruppo di opere scelte da Fuori Orario per cominciare a raccontare la storia ancora poco conosciuta di Yoji Yamada, uno dei più prolifici e importanti cineasti giapponesi ancora in attività. Love and Honor è una sorta di variazione sul famoso personaggio del samurai cieco Zatoichi, protagonista di vere e proprie saghe cinematografiche. Love and Honor, in tipico stile Yamada, unisce le arti marziali alla tradizione del melodramma e scandisce tutto secondo le tappe di un viaggio corrusco e spirituale insieme: tradimento, vendetta, perdono.

 

> Domenica 22 dicembre 2019
LA VERIFICA INCERTA di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi (Italia, 1964)
E’ il grande classico alla base di Fuori Orario, un film di montaggio ormai leggendario che ha fatto storia, realizzato da un grande cineasta irregolare (Grifi) e da un artista catalogatore (Baruchello) con la complicità di Marcel Duchamp.
CIRO GIORGINI PARLA DI ANNA DI ALBERTO GRIFI di Marco Santarelli (Italia, 2014)
Nel corso di una conversazione con Marco Santarelli, Ciro Giorgini compie un affascinante détour dalle sue riflessioni wellesiane per raccontarci della sua passione per il capolavoro di Alberto Grifi passando inevitabilmente attraverso Roberto Rossellini.
INCONTRI 1969 – ROBERTO ROSSELLINI: I SEGRETI DI UN MITO di Gastone Favero e Ugo Gregoretti (Italia, 1969)
Un’ora con Roberto Rossellini, riferimento primo, costante e assoluto, di Fuori Orario. Il regista di Paisà e Europa 51 intervistato da Gregoretti racconta di sé e della sua vita, ripercorre la sua opera, il rapporto con i giovani critici dei Cahiers du Cinema che diventeranno gli autori della Nouvelle Vague francese ma anche della sua partecipazione alle manifestazioni del maggio ’68 parigino. Passando da un argomento all’altro emerge il pensiero di quella che è una delle figure chiave non solo del secolo scorso e non solo nel campo cinematografico, una visione lucida e appassionata, propria di Rossellini, che unisce scienza, coscienza e conoscenza e un’ostinata fiducia nelle capacità dell’essere umano.
FRAMMENTI ELETTRICI n. 5 AFRICA di Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi (Italia, 2005)
Frammenti elettrici è una serie di film prodotta da Fuori Orario e realizzata da Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, autori che con Pelesjan, rappresentano il massimo esempio di un cinema che nasce da materiali d’archivio mutati, reinventati, resuscitati, senza tradimenti e manipolazioni. In Asia e Africa Gianikian e Ricci Lucchi partono da filmati amatoriali, spesso in formato ridotto, di turisti e avventurieri europei nei continenti limitrofi agli inizi degli anni ’70. La loro camera analitica esamina l’incontro con “l’altro” e prova a smontare le propagande folcloristiche dello “sviluppo” del turismo in territori devastati da colonialismo, guerre e massacri.

 

> Venerdì 27 dicembre 2019
P’TIT QUINQUIN (4 episodi) di Bruno Dumont [prima visione tv] (Francia, 2014)
Stupefacente serie in 4 puntate (che può anche venire presentata come film lungo). Una detection poliziesca nella campagna francese, con due maldestri poliziotti che si muovono come in una comica burlesque. Il sorprendente cambio di registro di Bruno Dumont, secondo il quale “la commedia ha lo stesso potere esplosivo del dramma, la capacità di arrivare dritti al cuore delle cose, ed è sempre una possibilità e un rischio”.
NOI SIAMO LE COLONNE (A Chump at Oxford) di Alfred John Goulding (USA, 1940)
Dopo aver sventato involontariamente un colpo in banca, Stanlio e Ollio ricevono come premio l’iscrizione all’università di Oxford. La memorabile scena del labirinto è forse tra le scene più rivisitate da Fuori Orario, il viaggio caotico e senza coordinate, entro e oltre il limite, oltre lo sforzo di istituire un ordine. Visti quando era bambino, i film di Laurel e Hardy sono rimasti inaspettatamente un punto di riferimento per Bruno Dumont.

 

> Sabato 28 dicembre 2019
LA JALOUSIE di Philippe Garrel [prima visione tv] (Francia, 2013)
Uno degli autori più amati da Fuori Orario, fin da quando J’entend plus la guitare, da poco presentato a Venezia, fu subito conosciuto dagli spettatori televisivi grazie a enrico ghezzi. Con piccoli tocchi e variazioni Garrel ha raggiunto negli anni la decantazione più alta della sua arte. Primo film di una trilogia amorosa di cui Fuori Orario presenterà prossimamente anche i due film successivi: L’ombre des femmes e L’amant d’un jour.
GELOSI E TRANQUILLI di Enrico Ghezzi (Episodio del film Provvisorio quasi d’amore; Italia, 1988)
“Corto lewisiano interpretato e diretto da Enrico Ghezzi con tutti i tic del suo corpo” (Marco Melani)
ULTIMO TANGO A PARIGI di Bernardo Bertolucci (Italia/Francia, 1972)
La Petite Mort era il titolo che Bertolucci avrebbe voluto dare al suo film più sovversivo e maledetto, a suo tempo condannato in tribunale e che presentiamo nella versione integrale. Quando Jeanne e Paul cominciano a introdurre la loro storia in un appartamento vuoto e decadente, la loro isola segreta, l’illusione di un sogno si spezza disperatamente sulle note del sax di Gato Barbieri.

 

> Domenica 29 dicembre 2019
QUATTRO MOMENTI SU TUTTO IL NULLA di Carmelo Bene (Italia, 2001)
Cinema, Teatro, TV, parole, opere, pensieri, letture, rushes, in questi trent’anni Fuori Orario ha programmato Carmelo Bene in ogni forma, formato e materiale in accordo con lui sul fatto che Bene non abbia fatto opere d’arte ma sia stato un’opera d’arte. I Quattro momenti su tutto il nulla, girati e andati in onda nel 2001 pochi mesi prima della morte, sono un film testamento in quattro parti (Il linguaggio, La Conoscenza, / Coscienza, L’Eros, L’Arte). CB, solo di fronte alla camera, ripete il suo pensiero, la sua visione, il suo genio, lo stesso che risplende nei girati dell’Otello televisivo girato nel ’79 presso gli studi RAI di Torino, uno dei rari momenti in cui è possibile vedere Bene al lavoro.

 

 

[Roberto Turigliatto (sulla sinistra) e Fulvio Baglivi (sulla destra) al montaggio; fotografia di Dario Cece, per gentile concessione di Fulvio Baglivi (ma il vero grazie speciale, anche per questo scritto e i suoi contenuti, va a tutta la redazione di Fuori Orario)]

 

Erik Negro