Classe 1998, Riccardo Copreni durante il calvario in un liceo scientifico conosce e si innamora del cinema. Questa “love story” lo porterà a frequentare la Civica scuola di Cinema, a scrivere su alcuni siti e fare da animatore di cineforum, destreggiandosi tra pub (più marci sono meglio è), librerie, tabaccai, panorama musicale indie o sinfonico (a seconda dell’umore). Le passioni? Borges, Chesterton, Hitchcock, Powell e Pressburger, Douglas Sirk e l’opera lirica. Perché d’altronde dopo “L’isola del tesoro” non ha più senso nessuna storia.