Riocorrente di Paulo Sacramento è una delle produzioni brasiliane più importanti del 2012, ed è già destinato ad essere un cult. Il film è ambientato a São Paulo e propone le storie di due uomini e una donna. Un triangolo amoroso di personaggi appena abbozzati tra idealismo, interessi e follia.
Sacramento, meglio conosciuto in Brasile come montatore, ha un background da documentarista legato a molti lavori sperimentali. La sua prima esperienza con la sceneggiatura non è del tutto sufficiente. Si sforza sempre di più a tradurre le sue passioni e le preoccupazioni in forma accessibile. E gli attori non possono fare molto con una recitazione che dovrebbe essere quantomeno straniata ma che in realtà appare pseudo naturalistica. Nonostante tutta la narrazione sembra destinata al triangolo amoroso è proprio la tensione dei rapporti sociali a chiamare ed elevare le metafore.
Per mantener fede alla sua idea di partenza e per illustrare tutto questo in maniera affascinante Sacramento utilizza molti simboli e metafore, un impianto visivo cupo e sinistro, corredato da una musica opprimente e da un uso tagliente delle luci. Questo crescere di rabbia è descritto in un climax di pensieri e azioni dei protagonisti che esplode nelle scene finali in cui il fuoco che li domina si accende. L’eccessivo uso di simboli e l’impianto teorico complesso non permette uno sviluppo ed una definizione di alcun personaggio, e ciò pare essere un limite eccessivo ad un film così pretenzioso. Opera estremamente ambiziosa che fatica molto a mantenere le premesse.
Erik Negro